Comprendono un insieme di quadri sintomatologici, caratterizzati da un disagio psicologico più o meno intenso, che si manifestano con un’alterazione significativa del tono dell’umore e si accompagnano a una serie di sintomi fisici, che compromettono il normale svolgimento delle attività quotidiane dell’individuo.
I disturbi dell'umore non dipendono da semplici tratti caratteriali o stati d’animo.
Si distinguono i disturbi depressivi e i disturbi bipolari.
La depressione è caratterizzata da sentimenti di profonda tristezza, colpa, preoccupazione, apatia. Può condurre la persona che ne soffre all'isolamento e a ulteriori disturbi fisici come insonnia, perdita dell’appetito e calo del desiderio sessuale.
Il disturbo bipolare è caratterizzato da una forte oscillazione dell'umore: la persona vive periodi profondamente depressivi con ritiro dalla vita sociale, perdita di interesse generale, riduzione drastica dell’appetito, spossatezza fisica, alternati a fasi maniacali in cui presenta umore euforico o irritabile, a cui si affiancano sintomi come la logorrea, agitazione psicomotoria, attivazione esagerata, compulsioni come l'eccesso negli acquisti, eccesso di autostima e abuso di sostanze, con una durata che varia da una settimana ad alcuni mesi.
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La vita è costellata di eventi che possono essere di crescita (adolescenza, laurea, trasferimenti, cambiamenti nella sfera professionale, la nascita di un figlio), ma anche dolorosi (separazioni, perdita di persone care, insuccessi). Sono tutti cambiamenti significativi, di fronte ai quali è possibile un senso di smarrimento, di turbamento emotivo e di paura, a causa dell'impatto che hanno sulle diverse dimensioni della vita ed è possibile che sopraggiunga una vera e propria crisi esistenziale. Spesso queste fasi di passaggio, più o meno lunghe e più o meno intense, comportano un cambiamento dell'idea di Sé, in seguito al quale si può innescare una fase di crisi esistenziale.
Prendere consapevolezza di sé e delle proprie emozioni consente di accogliere la crisi come opportunità di cambiamento, quindi di crescita, piuttosto che viverla soltanto come momento negativo e problematico.
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La perdita delle persone care rappresenta l’evento più difficile da affrontare nella vita. E mantenere un equilibrio psico-fisico non è affatto cosa semplice. E’ frequente, come reazione al dolore,mettere in atto un meccanismo inconscio di rimozione del lutto. Va da sé che questo meccanismo rappresenta solo una difesa transitoria da parte della nostra mente, in quanto negare il dolore legato al lutto significa solo metterlo da una parte, ma non superarlo. Il percorso di elaborazione del lutto è molto delicato e soggettivo, non esistono modalità e tempi standardizzati. Infatti, influenzano i tempi di superamento anche fattori come le circostanze che hanno portato al decesso della persona cara, il legame che l’individuo aveva con chi non c’è più, la qualità della relazione, oltre che il contesto socio-culturale in cui il soggetto vive.
Il superamento del lutto è un processo durante il quale si alternano diverse fasi. Inizialmente si ha la fase di disperazione, in cui prevale un senso di stordimento, incredulità, a cui seguono il rifiuto, rabbia e dolore per il tragico evento e un senso di inquietudine a pensare alla persona scomparsa come se ancora presente nella vita di tutti giorni; nella fase di separazione la persona inizia ad accettare la perdita, che scatena sentimenti di chiusura, apatia, inappetenza, delusione, perdita del senso della vita, almeno fino a quando alcuni aspetti acuti del dolore non cominciano a ridursi e l’individuo inizia ad avvertire un ritorno alla normalità, che gli permette di attivare tutti quei meccanismi di riorganizzazione della propria vita.
È importante permettersi di chiedere l’aiuto dello psicoterapeuta, quando ci si accorge di trovare difficoltà a superare il dolore, perché, se quest’ultimo risulta sottovalutato, si possono sviluppare disturbi come ansia, attacchi di panico, depressione, abuso di sostanze, e problematiche relazionali che impedirebbero la gestione delle attività quotidiane e che col tempo comprometterebbero il vivere serenamente la propria vita.
È fondamentale tener presente che il lutto è un vero e proprio stato emotivo, legato a un senso di vuoto psichico d emotivo, che può accompagnare anche altri momenti critici della vita di ciascuno, come una separazione, un fallimento o un cambiamento drastico e improvviso.
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Per molte coppie separarsi risulta la soluzione. Ciò avviene quando i partner non riescono a individuare soluzioni alternative per risolvere il disagio.
Frequentemente le coppie che decidono di lasciarsi raccontano di non essere riuscite per esempio a gestire le differenze caratteriali che, sebbene emerse fin dai primi tempi della relazione, sono risultate insopportabili alla lunga o in conseguenza di importanti cambiamenti di vita come l’arrivo dei figli; oppure di aver cominciato ad avere difficoltà grosse rispetto al confronto, che in molti casi è stato evitato per periodi prolungati, e ciò ha comportato un substrato di “non detti” che hanno compromesso una comunicazione fluida ed efficace, con il conseguente esplodere di conflitti. Al confronto/conflitto spesso, poi, erroneamente viene data soltanto un'accezione negativa in quanto considerato come principale fattore di chiusura della relazione; in realtà, è proprio quando viene evitato che si creano le condizioni per porre fine alla relazione.
La fine di un rapporto di coppia comporta, quindi, l’attivarsi da parte degli individui di un insieme di comportamenti di riorganizzazione, che, se non vissuti con proattività e consapevolezza del cambiamento come un’opportunità di crescita, possono dare luogo all’insorgere di sintomi di angoscia, ansia , depressione, manifestazioni psicosomatiche, che richiamano quelli tipici di un lutto. In tali casi l’intervento terapeutico risulta necessario per aiutare la persona a recuperare risorse ed energie psicoemotive utili ad affrontare il momento che sta vivendo.
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Dott.ssa Irina Boscagli
Psicologa Psicoterapeuta a Firenze
Psicologa Psicoterapeuta a Firenze
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