Stai leggendo:

Attacchi di Panico - Firenze

“Nessuna notte è così lunga da impedire al sole di risorgere”
Y. Mishima

Cosa sono gli attacchi di panico

Arriva all’improvviso, quando la persona non se l’aspetta, e non è in grado di controllarlo. Soffoca, opprime, stringe in una morsa. E’ l’attacco di panico (si parla di D.A.P. (disturbo da attacco di panico) quando capitano più di 4 episodi in un mese), un fenomeno in crescita costante, le più colpite sono le donne, ma anche la percentuale degli uomini è in aumento. Il dato che stupisce è che negli ultimi anni l’età delle persone che soffrono di attacchi di panico si è molto abbassata, dai 16 fino ai 12 anni.

L’attacco di panico è un’ansia acuta accompagnata dalla sensazione imminente e inspiegabile di catastrofe. Di solito dura pochi minuti e i sintomi si attenuano progressivamente, ma la persona che lo ha vissuto, per la spossatezza che ha provato, ha la sensazione che sia durato per ore. Provoca la paura di morire associata ad uno sconvolgimento nei comportamenti. Sensazioni fisiche dirompenti (tachicardia, sudore freddo, respiro corto, pallore, sensazione di svenimento, paura di perdere il controllo o di impazzire, sensazione di formicolio o di torpore…) che portano con sé cambiamenti nelle abitudini comportamentali, spesso associati alle condizioni ambientali in cui il primo attacco di panico si è manifestato (non si prende più l’auto, non si frequentano luoghi affollati…). All’attacco di panico, quindi, spesso si associa la cosiddetta agorafobia, la specifica paura di trovarsi in luoghi nei quali può essere difficile o imbarazzante ricevere soccorso.

Come si manifestano gli attacchi di panico

L’attacco di panico è di per sé innocuo e non danneggia organicamente il corpo, ma si tratta di un’esperienza tanto potente nella sua sgradevolezza da condurre allo sviluppo di un’ansia anticipatoria legata alla paura di avere un nuovo attacco (paura della paura). Secondo l’ipotesi avanzata da un modello cognitivo, alla base dell’insorgenza degli attacchi di panico ci sarebbe, quindi, una strana forma di paura della paura.: un’interpretazione erronea, di carattere catastrofico, di sensazioni di per sé normali e trascurabili provenienti dal corpo o dalla mente. Si tratta dell’attribuzione di un significato esagerato negativo e patologico a sensazioni a cui un’altra persona darebbe un peso totalmente diverso, ossia non grave.

Le sensazioni che vengono per lo più interpretate in senso distorto ed eccessivo sono quelle che hanno a che fare con “normali” risposte ansiose: palpitazioni, vertigini, percezione di vuoto mentale, di presenza di corpuscoli nel campo visivo. E’ come se, quando queste sensazioni sono percepite come catastrofiche, l’ansia che ne consegue producesse un aumento delle stesse sensazioni. Ecco che siamo di fronte ad un circolo vizioso di sensazioni, di risposte ansiose e di pensieri catastrofici che alla fine sfociano nell’attacco di panico, e più la paura aumenta, più gli attacchi di panico crescono nella loro frequenza, portando la persona che ne soffre a mettere in atto comportamenti preventivi di evitamento, come non andare in certi luoghi dove l’attacco si è precedentemente manifestato e/o non mettersi in situazioni in cui potrebbe essere difficile gestirlo. Quindi, secondo l’ipotesi cognitiva, a provocare l’attacco di panico sarebbe, senza rendersene conto, la persona stessa che ne soffre.

Conseguenze degli attacchi di panico

Diversi studi hanno dimostrato che chi soffre di attacchi di panico interpreta realmente in modo catastrofico innocui segnali provenienti dal suo interno, che vengono per lo più percepiti come indici di malattie cardiache o di altre in atto. Questa caratteristica, seppur con sfumature diverse, si trova più in generale in chi soffre di disturbi d’ansia, sebbene in questo caso le interpretazioni catastrofiche tendano a coinvolgere principalmente i segnali provenienti dal mondo esterno. Inoltre negli stati ansiosi in generale si ha maggior attenzione agli aspetti cognitivi ed emozionali, quindi, chi li vive è maggiormente consapevole che si tratta di manifestazioni dell’ansia e conseguentemente prova meno paura.

Il legame tra panico ed ipocondria

E’ stato recentemente dimostrato un interessante legame tra gli attacchi di panico e l’ipocondria, la paura delle malattie, oggi ridefinita all’interno del DSM-V (ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dell’American Psychiatric Association). L’ipocondria è stata sostituita da due diversi disturbi: il disturbo da sintomi somatici e quello da ansia di malattia. Il primo presenta un elevato livello di ansia per la salute a cui si associano sintomi somatici percepiti; il secondo riguarda essenzialmente soltanto l’ansia per la propria salute. E alcune recenti ricerche hanno messo in evidenza come in quasi la metà delle persone che soffrono di attacchi di panico con o senza agorafobia, prima che questi si manifestassero, erano già presenti altri sintomi correlabili alla fobia delle malattie.

Possibili Cause

L’attacco di panico in genere si presenta conseguentemente a fattori e/o eventi stressanti (lutti, separazioni, forti preoccupazioni per situazioni riguardanti diverso ambiti della propria esistenza…) o comunque quando la persona è sovrastata ed a lungo provata. Ma può anche avvenire in seguito a cambiamenti in cui il passaggio a diversi contesti di vita può portare la paura del nuovo. Chi ne soffre è spesso una persona che si cimenta nell’impresa folle di tenere lontano dalla propria vita le emozioni perché ne ha paura percependone la inevitabile difficoltà di controllarle e quindi sceglie di evitarle, condannandosi inconsapevolmente alla sofferenza.

Cosa si può fare

Ecco che l’attacco di panico può essere considerato un segnale, un campanello d’allarme che indica che c’è qualcosa a cui va posta attenzione nell’equilibrio emozionale e che forse è giunto il momento di cambiare, riconoscendo di aver bisogno di aiuto e iniziando ad affrontare il cambiamento. In questo senso l’attacco di panico diventa un’opportunità di crescita e di cambiamento: è un “attacco creativo” perché contiene una grande energia vitale, che se, ben canalizzata, può essere risolta! E’ come se fosse un flusso crescente di energia che, se viene bloccato, lievita sempre di più e dirompe nell’attacco di panico, ma che può, se riconosciuto e gestito, rivelarsi una forma di grande passione per la vita.

Per questo è importante ricorrere ad uno aiuto specialistico di uno psicoterapeuta, che nell’affrontare la presa in carico di una persona che presenta attacchi di panico tenga in considerazione che ciascuno di noi è un unicum, e proponga un approccio integrato confezionato “su misura” per le esigenze di ogni paziente, cambiando, al di là delle conoscenze teoriche e delle tecniche terapeutiche, la “quantità” e la “qualità” degli ingredienti e le modalità d’intervento a seconda della personalità, del Sé, del vissuto specifico e della storia individuale della persona che sceglie di iniziare un percorso di psicoterapia. In alcuni casi potrà anche essere necessario integrare la psicoterapia con un supporto farmacologico indicato da un medico.


Dott.ssa Irina Boscagli
Psicologa Psicoterapeuta a Firenze

Dott.ssa Irina Boscagli

Psicologa Psicoterapeuta a Firenze
Iscrizione Albo n. 2569
P.I. 05001300481
boscaglii@gmail.com
+393487769607

© 2019. «powered by Psicologi Italia». È severamente vietata la riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei contenuti di questo sito.