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La nascita del primo figlio e…
la nuova “musica” di coppia

La gravidanza, il parto e il divenire genitore sono tra i più grossi cambiamenti nella vita di una persona. Per lo più si attribuisce questo cambiamento alla donna che è coinvolta in prima persona nel dare alla luce il suo bambino.

Ma il divenire genitore coinvolge in ugual misura necessariamente anche l’uomo e il passaggio da coppia a famiglia non è semplice, può anche dividere piuttosto che unire. Sebbene sia cresciuta negli ultimi decenni l’attenzione al post-partum, ancora va potenziata, dato che si tratta di un periodo importantissimo, nel quale si mettono le basi del futuro benessere del bambino, della madre e della famiglia stessa.

La nascita non si conclude, infatti, con il parto, ci sono altri livelli di nascita che ancora non sono avvenuti del tutto, ma soltanto avviati dal parto: la nascita della donna come madre, la nascita della coppia genitoriale. Possiamo parlare di questi aspetti come di nascite a livello psicologico e relazionale.

Subito dopo il parto le emozioni che coinvolgono la coppia (nei giorni appena successivi alla nascita coinvolgono ovviamente per lo più la neomamma) tendono ad essere mutevoli: frequente è lo scivolare da un umore ad un altro, ma è anche possibile provare gioia e tristezza contemporaneamente.

Nuove emozioni possono dirompere, dando la sensazione di essere travolti da un’ “ondata” fuori controllo, oppure possono portare una sensazione di estrema e nuova vitalità. Questi movimenti emotivi necessitano di molta energia per integrarli, e questo può richiedere tempo. Quindi, possono sopraggiungere sensazioni di ansia, fatica e depressione.

Ma esiste anche un umore del dopo parto molto diverso, da cui alcuni genitori si sentono colti di sorpresa: una specie di “stato alterato di coscienza”, un’euforia che rende capaci di accudire e nutrire il neonato, senza sensazioni di travolgimento o sopraffazione. Questo stato emotivo è uno dei regali inaspettati che il periodo del bonding (primo legame) talvolta concede.

Quando incontriamo emozioni che non ci sono familiari può esserci la sensazione di perdere il controllo. Spesso le persone usano il termine “vulnerabilità” per descrivere la loro esperienza dopo il parto; si tratta di uno stato di grande apertura e sensibilità.

Questa sensibilità accresciuta nel periodo neonatale aiuta la coppia a divenire degli autentici genitori “nutrienti”, ma i suoi effetti possono andare oltre la famiglia e rendere la coppia maggiormente empatica nei confronti della vulnerabilità o sofferenza altrui in generale.

Purtroppo, la pressione a riprendere la vita “normale”, e a tornare al lavoro al più presto per il padre, toglie ai genitori l’opportunità di esplorare pienamente la nuova gamma di sentimenti.

Quello che risulta importante, è quindi, mantenere il più possibile un’apertura condivisa all’interno della coppia, che permetta di proteggere più efficacemente il nuovo “nido” dalle influenze dell’ambiente esterno che, molto spesso, derivano primariamente dalle rispettive famiglie d’origine.

La nascita del primo figlio costituisce, quindi, la più forte crisi”transizionale” che la coppia attraversi nell’arco della vita. Oggi molto più di ieri, per molteplici ragioni, una tra tutte il fatto che l’evoluzione della nostra società ha previsto l’abbandono della struttura di famiglia che vedeva diverse generazioni convivere sotto lo stesso tetto, con tutte le conseguenti difficoltà di gestione del nuovo arrivato all’interno di una famiglia mononucleare.

Indubbiamente, questo cambiamento sociale ha portato con sé anche aspetti positivi, dal rinnovato impegno paterno nella condivisione con la compagna del lieto evento, alla partecipazione spesso attiva del padre alla quotidianità della vita del bambino. Ciò non elimina il fatto che la nascita del primo figlio rappresenti un momento di cambiamento dirompente della vita della coppia.

Il diventare genitori trasforma, infatti, in modo sostanziale la relazione di coppia, con il rischio che i coniugi si perdano di vista… e di cuore.

Da recenti ricerche risulta che la soddisfazione della coppia diminuisce dopo la nascita del primo figlio, mentre resta stabile nelle coppie di pari età, anagrafica e coniugale, che non hanno avuto bambini. La rapidità e la gravità del crollo della soddisfazione affettiva ha tre fattori predittivi principali:

1. gli atteggiamenti negativi del compagno nei confronti della puerpera (le gelosie più o meno manifeste che il padre nutre nei confronti del bambino/a e dell’esclusività del legame tra quest’ultimo/a e la madre).

2. la delusione del compagno nei confronti della relazione di coppia (percepita come noiosa, ripetitiva, faticosa, poco erotica).

3. la percezione di uno o di entrambi i partner di una vita di relazione “poco ordinata” e “scomoda”, dopo la nascita del bambino/a.

Tre sono, invece, i fattori protettivi che aiutano a migliorare la soddisfazione della relazione di coppia in seguito alla nascita del figlio:

1) la tenerezza dell’uomo verso la compagna, e non soltanto verso il bambino;

2) un’alta considerazione di lei e del valore della coppia;

3) la considerazione in cui lei tiene il compagno e la relazione di coppia.

Quindi, diventare genitori è un passaggio che richiede la consapevolezza del cambiamento dell’assetto della coppia. Per attraversare tale cambiamento in maniera fisiologica, è importante che la coppia riesca a mantenere un proprio spazio (anche circoscritto), in cui riversare desideri, voglie, condivisioni, confidenze, progetti, che vanno anche al di là dell’essere genitori.

A questo proposito è utile che l’uomo manifesti tenerezza e rinnovato entusiasmo, nei confronti della donna, che a sua volta è importante che eviti di “fare coppia fissa” con il figlio/a, mantenendo un giusto equilibrio di attenzione anche nei confronti del partner.

E’ una nuova “musica” che la coppia può ricreare: “note” tanto più armoniose quanto più ciascuno ritrovi con l’altro il senso dell’ordine, del tempo, della misura…della poesia!


Dott.ssa Irina Boscagli
Psicologa Psicoterapeuta a Firenze

Dott.ssa Irina Boscagli

Psicologa Psicoterapeuta a Firenze
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