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Stare attenti per rilassarsi!... dall’attenzione al rilassamento attraverso la consapevolezza e l’autoregolazione psicofisica

E’ certamente importante, come si sa,  vivere nel presente, non perdersi in ciò che è stato, ma che non è più (PASSATO), o in ciò che potrebbe essere, ma che non è ancora (FUTURO). Il QUI E ORA è tutto ciò che abbiamo (PRESENTE = regalo); c’è soltanto il presente, e il presente c’è sempre, anche se inafferrabile. Dal presente si può uscire solo con la forza dei ricordi, tornando ai vissuti del passato, oppure con la potenza dell’immaginazione, spingendosi in un futuro non ancora esistente. La nostra storia di vita procede con noi, e se non avessimo un passato non avremmo neanche un futuro, perché noi siamo anche ciò che siamo stati e che vorremmo diventare. Quindi, non c’è nessuna negazione dell’importanza del passato, in quanto storia di vita, esperienze, vissuti, o del futuro in quanto progettualità, spinta, motivazione, ma attenzione al presente in quanto consapevolezza che soltanto se viviamo immersi in esso siamo davvero liberi! In “La forza della gentilezza” Piero Ferrucci spiega bene questo concetto, “essere nel presente è una ricetta miracolosa a disposizione di tutti: fai quel che fai, age quod agis. E’ un’antica ricetta per fugare ogni sorta di mali. Se faccio quel che sto facendo senza fantasie di pericoli incombenti, senza essere con la mente in un altro luogo, sono centrato. Sono qui al cento per cento. Se ciò accade, in quel momento non ho paura di nulla e non ho bisogno di nulla. Così trovo la pienezza.”

E a stare nel presente si può imparare, osservando quello che c’è senza giudicare, senza interpretare, senza aggiungere e senza togliere, senza appiccicare etichette, giudizi o valutazioni. Questo è quello che si definisce “atteggiamento fenomenologico” (“fainòmenon” in greco = ciò che appare, ciò che è manifesto). Ecco che, quindi, prestare attenzione fa bene. Fa bene perché, anche se può sembrare un controsenso dovuto all’idea comune che “essere attenti” significhi impegno e sforzo, prestare attenzione, invece, rilassa! Rilassa in quanto l’attenzione è attenzione al qui e ora, al presente, senza appesantimenti emotivi legati al passato e al futuro.
A questo proposito, si possono aggiungere brevi considerazioni sull’importanza degli stati meditativi, che altro non sono se non un’elevata capacità attentiva su particolari del momento presente (per es. il respiro, o immagini mentali). Studi scientifici dimostrano gli effetti della meditazione, sul cervello. E’ stato visto che due mesi di esercizi meditativi producono effetti visibili sulla materia grigia! Secondo uno studio del Massachusetts General Hospital pubblicato sulla rivista “Psychiatry Research Neuroimaging”, il cui protocollo comprendeva esercizi guidati per migliorare la consapevolezza, per la prima volta ha stabilito con esattezza la “soglia” misurabile oltre la quale le tecniche di rilassamento cambiano il cervello: 8 settimane di esercizi meditativi per in media 27 minuti al giorno producono effetti associati a memoria, empatia e stress. E’ stato dimostrato che la densità della materia grigia nell’ippocampo è aumentata. E l’ippocampo è la “cabina di regia” di apprendimento e memoria!

Il concetto di consapevolezza è fondamentale negli approcci psicologici e psicoterapeutici di orientamento umanista, e oltre ad avere a che fare con la capacità di capire dal punto di vista cognitivo, porta con sé anche il significato di radicamento nella realtà, contatto con le proprie percezioni ed emozioni. Le strategie volte al potenziamento della consapevolezza mirano a favorire il senso delle nostre capacità e abilità, della globalità percepita dal nostro apparato sensoriale, motorio, cognitivo. Ci spingono a stare soprattutto nella dimensione del presente, del “qui e ora”, piuttosto che tendere a rievocare costantemente il passato o fuggire nel futuro. Infatti, alterare eccessivamente e confondere le diverse dimensioni temporali con il pensiero (per es. pianificando dettagliatamente) è spesso un modo per evitare di concentrarci sul “dove siamo”, “cosa vogliamo”, “cosa pensiamo”, “cosa ci interessa” in un determinato momento. E’ importante comprendere e sperimentare come i livelli comportamentali, cognitivi, emotivi non siano funzioni indipendenti, ma aspetti interrelati dell’individuo nella sua globalità.

Ecco che le persone più attente, attraverso la consapevolezza diventano più rilassate, e tale condizione le porta a vedere non solo quello che cercano, ma anche ciò che non cercano: si aprono al nuovo e all’imprevisto con fiducia. Ciò accade perché, appunto, sono più aperte e presenti, recettive verso le opportunità che la vita offre loro. Diversamente da chi è meno attento al qui e ora e quindi meno consapevole e di conseguenza  più chiuso in un mondo di “se fosse… ma non è”, di “magari se…ma purtoppo no”, concentrato su una realtà sognata costellata da desideri impossibili, le persone capaci di cogliere le opportunità che la vita presenta sono semplicemente più attente, consapevoli e rilassate! Vivere in un presente impoverito, in quanto derubato delle sue qualità fondamentali di novità e di sorpresa, che soltanto un atteggiamento di apertura può consentire, genera noia, delusione e demotivazione. Invece, lasciarsi sorprendere dal presente, liberandosi dalle proprie opinioni, valutazioni, giudizi, genera uno stato di piena libertà ed energia vitale. Così è chiaro che ESSERE NEL PRESENTE è una condizione necessaria per qualsiasi tipo di relazione: una persona distratta, non presente, semplicemente non c’è! C’è invece nell’attenzione una qualità quasi magica che integra e dà vita! “La distrazione è gelo…L’attenzione è calore e affetto, che permette alle potenzialità migliori di svilupparsi e fiorire.”

Per far crescere attenzione e consapevolezza, e ottenere uno stato di rilassamento psicofisico oltre alle strategie cognitive, possono essere utilizzate tecniche di autoregolazione, che permettono di mantenere e potenziare l’equilibrio psicofisico. Sono tecniche, infatti, che di volta in volta consentono all’individuo di ridurre una condizione psicologica di tensione eccessiva oppure, agendo in direzione opposta, possono permettergli di ritrovare la carica psicologica che si desidererebbe avvertire e che sembra smarrita. In altri termini, si suggerisce ad ogni individuo di scegliere in assoluta libertà come preferisce sentirsi e in seguito di ricreare quella condizione psicologica seguendo alcune semplici indicazioni. In tal modo l’autonomia individuale di “sentirsi come meglio si crede” viene rispettata e vengono rinforzati quegli atteggiamenti psicologici personali che rappresentano una garanzia di successo proprio perché in passato sono stati più volte positivamente sperimentati.
Tra le tecniche di autoregolazione troviamo interventi su:

  • la percezione corporea (es. di stretching, allungamento);
  • il rilassamento(training autogeno, rilassamento progressivo di Jacobson, ecc.);
  • il livello di attivazione(esercizi mentali volti a ricordare la condizione psicofisica in cui ci si è sentiti “empowered”, consapevoli del proprio valore);
  • l’immaginazione(fantasie guidate);
  • il pensare positivo (ripetizione mentale di frasi formulate al presente composte da affermazioni positive relative a sé e ai propri obiettivi, usando immagini creative ed emotive).

Per concludere, vivere la vita come un percorso ricco, interessante, e rilassante è possibile!


Dott.ssa Irina Boscagli
Psicologa Psicoterapeuta a Firenze

Dott.ssa Irina Boscagli

Psicologa Psicoterapeuta a Firenze
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